Gioco d'amore a Sermoneta

In sintesi
La poetica di Angela Maria Tiberi non è consigliata a tutti coloro che abbiano freddo il cuore e scarso il senso dell’Amore.
Non riuscendo a farla propria, riterrebbero, scioccamente, che si tratti di utopistiche trasposizioni in versi di ideali obsoleti, senza capire che i veri “vecchi” sono solo coloro che non sanno più credere all’amore.
Bruno Mancini
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Prefazione Entrare nel mondo della scrittrice Angela Maria Tiberi è come dissacrare un tabernacolo e mettere a nudo i suoi pensieri, il suo cuore, la sua anima. Il suo è un mondo interiore fatto di rapporti sognati e realistici dove la passione e l’amore si intrecciano a sciorinare un grande legame da lei vissuto e poi perso per strada non si sa bene come e perché.

La sua prosa e le sue poesie si addensano in un vortice di desideri espressi e non mai raggiungibili per un amore grande, intramontabile ma univoco.

Vale a dire che il mondo lei, la scrittrice, lo fa girare attorno a sé e canta le lodi e i desideri per un uomo che certamente è stato suo di fatto, ma ora è lontano, distante anche col cuore. è una situazione amorosa molto particolare.

La Tiberi si paragona a Penelope che aspetta il suo amato Ulisse. Direi che Penelope amava intensamente il suo uomo.

Sapeva o sperava che prima o poi il destino glielo avrebbe restituito e con le stesse armi dell’astuto marito, ricorreva all’espediente di tessere la tela di giorno e disfarla di notte per non arrivare a completarla.

Completarla significava sposare uno dei Proci che infestavano ogni giorno la sua casa. I Proci aspettavano il giorno fatidico della tela ultimata per convogliare a nozze. Questa fu la promessa di Penelope onde poter procrastinare il giorno nuziale.

Lei, Angela Maria, non si affida a nessun sotterfugio. Aspetta con grande speranza che l’amore unisca il suo cuore per sempre a quello dell’amato.

È così unilaterale questo sentimento, che in molti suoi carmi poetici leggiamo che egli, il suo uomo, può anche volare di fiore in fiore come un farfallone, tanto la forza dell’indissolubile amore della nostra poetessa lo terrà sempre legato. La fiaccola olimpica dell’amore senza fine arderà perennemente nel suo cuore innamorato. L’amore cantato e sognato dalla Tiberi è qualcosa di sublime e inarrestabile. Non vede paratie e fossati insormontabili. Tutto travolge la sua brama d’amore e sogna nei suoi componimenti di stringere l’amato al seno e amarlo fino allo spasimo. Non importa se poi se lo ricorda lontano da lei e alle prese e alla conquista di tanti altri cuori di donne innamorate. Faccia ciò che crede, pensi a chi vuole, tanto l’amore vero e universale è quello che lei nutre nei suoi confronti e in cuor suo la forza di questo grande amore l’avrà vinta sugli eventi e sulle ritrosie di un uomo che forse ancora non soppesa l’importanza di essere amato da chi veramente dispensa passione vera e affetto grande. Tutto il suo lavoro letterario e poetico verte a suggerirci che l’amore è motore che fa girare l’Universo.

L’Universo per Angela Maria è permeato di sentimenti sublimi e chi, come lei, sa individuarli non ha bisogno di essere amata da uomini carenti di questa stessa amplissima visione.

Loro scambiano l’amore per futile rapporto di un’ora.

Vanno a cercare il miele del piacere come la api succhiano nettare dai fiori. Il mondo sentimentale viene sublimato dai valori in cui la Tiberi crede e in nome di essi ama un uomo che fu tra le sue braccia un dì, ma che ora è solo una proiezione nel mondo dei sogni e dei desideri. Percepiamo chiaramente che Lui, l’amato, è soltanto idolo della realtà. Intorno alle fattezze fantomatiche dell’amato, della sua pseudo realtà, gira un mondo meraviglioso dell’immaginifico. La Tiberi ama appassionatamente il suo Adone fino allo spasimo e intesse su questo sentimento straordinario un canovaccio di un teatro ideale e idealistico che la porta a sognare. Spesso, però, soffre per una realtà effettiva che si distacca da quelle lusinghe del sogno.

Di lì a poco si libra nuovamente tra le altissime, chiarissime nubi della speranza e si culla sulle infinite immensità dell’iperuranio…resta lì a favoleggiare sull’amore che investe il mondo intero e fa sì che chi lo condivide, non ha paura di perdere alcunché perché ha già nelle mani il talismano della felicità.

Pietrantonio Di Lucia
Critico letterario
Poesie

SERMONETA

Paese di dolcezza poetica
e di antica storia medioevale
a te giunge il mio pensiero di amore.
La tua bellezza e i tuoi cittadini,
le tue montagne verdi rallegrano il mio cuore
mai stanco di donare tenerezza.
Sei maestosa e sei la regina dell’Agro Pontino
a cui doni la tua perenne allegria
che tramuto con la mia penna in versi d’AMORE
per chi non mi sta ad ascoltare.
29 Giugno 2016

NEL DESERTO

Sì, lì mi rifugerò come fece
il Grande Maestro per meditare
e preparare il suo grande evento:
combattere le ingiustizie e dare la speranza
dell’esistenza di un nuovo mondo dove
la morte e le sofferenze saranno eternamente cancellate.
Sì, solo in questo luogo troverò la forza d’amare e
non sarò più sola fra la gente.
La solitudine che mi avvolge mi sarà amica e
compagna fedele di questa meravigliosa esistenza
che mi sollecita ad amare anche chi non mi ama
e non mi sente…
13 Settembre 2016
Questo è il talismano della mia felicità che mi sostiene nelle avversità della vita.


GIOVANI DI SERMONETA

Il vostro amore è come l’aurora dopo una notte buia
senza stelle e bufera da far tremare la povera gente
che vive nel freddo senza tetto per strade deserte.
Forte ed unita è la catena che vi unisce
come la storia dal Medioevo fino ai nostri
tempi fatti d’incertezze e paure di guerre fratricide senza tregua.
Grande è il vostro amore come quella della storia di Sermoneta,
città d’amare per l’arte e la bellezza signorile di antichi palazzi
e del castello forte alle intemperie
ed alla brutalità dell’odio umano.
Siete belli e degni d’amore
come la nostra amata Italia sempre pronta
ad accogliere chi chiede sostegno e fratellanza a oltranza…
14 Settembre 2016
Dedicata ad una meravigliosa coppia di innamorati: Alessandra e Giuseppe Poli