Il digiuno dell’anima: una storia di anoressia

In sintesi
"Quella perfida vipera si era impossessata completamente della mia vita". La "perfida vipera" è il nome con cui la protagonista di questa storia di vita, raccontata in prima persona, definisce l’anoressia. Una malattia debilitante, apparentemente inesistente, in grado di distruggere gli affetti e di divorare paradossalmente il proprio ego. Il libro di Maria Vittoria, è un lungo viaggio attraverso il tunnel del tormentato rapporto tra l’io e il cibo, che diventa il campo di battaglia di una guerra lunga ed estenuante, dove la mente non risparmia colpi bassi, sferrati anche sul piano estetico oltre che psicologico. Perché il vero problema dell’anoressia "è fondato sull’apparenza che ci cuciamo addosso, o che gli altri ci attribuiscono, mentre non riusciamo a vederci come in realtà siamo". Nella seconda parte del libro, dopo una prolungata e dura terapia, l’Autrice narra come si rapporta con la realtà e come si impara a reinventarsi, mettendosi alla prova per scoprire le vere risorse interiori e le proprie capacità di rinascita lontano dal paese, affrontando la grande città, con tutte le sue insidie e gli imprevisti della vita di tutti i giorni. Il digiuno dell’anima è una vera e propria testimonianza del drammatico problema dell’anoressia e nello stesso tempo un esempio di speranza per tutti coloro che affrontano il suo terribile iter, a volte arrivando a ben più tragiche conseguenze.
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