Il teatro a due facce

In sintesi
Si prende in mano questo testo, lo si legge agevolmente e ad un primo approccio si nota una scrittura facile, una descrittività, specie nella prima parte, minuta e attenta al particolare, di un realismo che definirei quotidiano ed esperienziale per ciascun lettore. Il titolo, però, e la parte centrale della narrazione alludono ad altro: mentre la scrittura si fa più tesa, emerge in filigrana la consapevolezza dell’Autrice riguardo a cosa è o può essere il teatro, emergono sottintesi spunti di epistemologia della teatralità. La duplicità del rapporto Mondo-Teatro attraversa poi tutta la nostra cultura occidentale. Ed ecco il tendone-lenzuolo biancastro sul palcoscenico, che pare suggerire un novello velo di Maya che qui risulta possibile alzare… Perché con l’ultima parte del suo testo l’Autrice mostra di voler lasciare un messaggio: esistono speranza e possibilità di cambiamento, di rinnovamento, per la persona e per la società. Senza voler suggerire alcuna catarsi di aristotelica memoria…
Marina Bello
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